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Il Franciacorta

Il vino che ha fatto del metodo classico la sua vocazione

di Rebecca Foscarini
Il Franciacorta — Lombardia Secrets

Un vino che racchiude in sé la promessa di un brindisi speciale, il fascino di un territorio disseminato di borghi e castelli e l’importante eredità culinaria lasciata dal grande Gualtiero Marchesi.

Il termine Franciacorta ci riporta subito alla mente un brindisi elegante e una serata importante. Prima DOCG in Italia del metodo classico, o Champenois, che prevede la rifermentazione in bottiglia del vino attraverso l’introduzione di zuccheri e lieviti selezionati, si differenzia in vari modi dallo Champagne, a cui è spesso associato. Entrambe le denominazioni sono la rappresentazione di un particolare territorio: nel caso del Franciacorta della zona collinare tra Brescia e l’estremità sud del Lago d’Iseo, mentre per lo Champagne di un’area 150 km ad est di Parigi. I due vini si distinguono, quindi, oltre che per il terroir, anche per l’utilizzo di vitigni diversi: il Franciacorta si ottiene, infatti, da uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco ed è prodotto in tre tipologie, Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé, e nelle varietà Millesimato e Riserva che richiedono affinamenti più lunghi. Se poi si entra nei tecnicismi del processo produttivo, le differenze sono davvero tantissime.

La leggenda racconta che il nome Franciacorta si debba al grande Carlo Magno che nel 774 si stabilisce nella zona di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia. Queste terre gli ricordano talmente tanto il suo paese natale al punto di dar loro il soprannome di “Piccola Francia”. Altre teorie ci riportano, invece, al Medioevo quando qui si stabiliscono i monaci benedettini e l’area viene chiamata Franzacurta, dalla dicitura latina francae curtae, ovvero corti franche, esenti dai tributi vescovili.

Il Franciacorta — Lombardia Secrets
Il Franciacorta — Lombardia Secrets

Anche se la viticoltura in questo territorio ha origini antichissime, le prime testimonianze scritte risalgono all’epoca romana, la produzione così come la conosciamo oggi ha origine negli anni ’60 quando vari imprenditori iniziano ad investire nella coltivazione della vigna. La prima produzione avviene nel 1961 ad opera di Guido Berlucchi e dell’enologo Franco Ziliani che gli suggerì di “creare un metodo classico alla maniera dei francesi”. Fu così che vennero prodotte le prime bottiglie di Pinot di Franciacorta che nel 1967 viene riconosciuto ufficialmente come DOCG.

La peculiarità del metodo classico è la rifermentazione in bottiglia, che viene indotta attraverso l’aggiunta di zucchero e lievito naturale, andando a creare le fini bollicine, tratto distintivo del Franciacorta. La sua qualità dipende dalle varie fasi di questo processo come, per esempio, la tecnica del remuage.

Il Franciacorta — Lombardia Secrets

Durante questa operazione, le bottiglie vengono posizionate a testa in giù su appositi cavalletti e ruotate in modo che i lieviti si accumulino nel collo. Ne segue la sboccatura durante la quale il tappo e quindi i lieviti accumulati, che renderebbero altrimenti il vino torbido, vengono rimossi. Il vino viene poi rabboccato con uno sciroppo a base di Franciacorta e zucchero (ogni casa produttrice ha la sua ricetta segreta) che determinerà la tipologia: Non Dosato, Extra Brut, Brut Extra Dry, Dry, Demi-Sec.

Perché amarlo
Insieme al Marsala e all’Asti, è l’unico vino italiano ad avere una denominazione specifica, senza altri termini qualificati, e può pertanto essere chiamato semplicemente Franciacorta. Caratteristica che lo accomuna allo Champagne.

Dove assaggiarlo
Sono moltissime le aziende vitivinicole che potrete incontrare in tutta la Franciacorta. Una tappa obbligata è l’azienda Berlucchi, dove è stato prodotto il primo Franciacorta così come lo conosciamo oggi.

L’abbinamento must
E’ un vino molto versatile, dall’aperitivo al dessert, perfetto con i prodotti tipici espressione del suo territorio, come per esempio il salame di Monte Isola o il pesce di lago.

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