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Il Bitter

Una tradizione tutta italiana, diventata mito a Milano

di Lavinia Colonna Preti
Il Bitter — Lombardia Secrets

E’ milanese il bitter più bevuto al mondo, così come la nascita di alcuni dei cocktail più amati, dall’Americano al Negroni Sbagliato.

La storia del bitter, dall’inglese e dal tedesco “amaro”, è inizialmente legata a quella dell’amaro e definisce una soluzione alcolica a base di un agente amaricante (come radici, piante, ecc.) e di uno aromatico (come spezie, bacche, ecc.) con un basso o totalmente assente contenuto di zucchero.

La nascita degli amari si perde nella notte dei tempi, quando l’uomo inizia ad utilizzare le spezie per produrre medicamenti che servivano nella cura di svariati disturbi e malattie (è dal loro gusto amaro che deriva infatti il nome). Sarà poi, in anni recenti, l’uso socialmente diverso che ne verrà fatto, il bitter per aperitivi e cocktail e l’amaro per il dopocena, che ne codificherà la differenza, soprattutto in Italia.

Il Bitter — Lombardia Secrets
Il Bitter — Lombardia Secrets

I primi cocktail a base di bitter nascono dall’intuizione di farmacisti e medici come Antoine Amédée Peychaud, di New Orleans in America, che crea il bitter Sazerac, ancora popolarissimo, per servirlo ai propri pazienti la mattina come tonico, oppure Johann Gottlieb Benjamin Siegert, medico militare tedesco che ha inventato l’Angostura.

La fortuna dei drink a base di bitter, soprattutto commerciale, risale alla seconda metà del XIX secolo, quando, anche grazie alla rivoluzione nei trasporti che porta sempre più persone a viaggiare per terra e per mare, questi medicamenti diventano un conforto “trasportabile” per molte categorie di lavoratori. Resi popolari appunto da marinai, soldati, e nei quartieri del piacere delle nascenti città, queste bevande, per essere rese più bevibili, iniziano a essere miscelate con altri composti più dolci. Beneficiando anche della novità della commercializzazione di ghiaccio per i drink, come spesso è successo con varie mode, il loro uso si espande così dai bassifondi alle classi sociali più alte come status symbol di libertà, emancipazione e anticonformismo alle regole della società.

Uno dei pionieri della moderna mixology fu Jerry Thomas, che tra i vari lavori è anche ex marinaio, che nel 1852 torna a NY e apre un suo locale che ottiene un grande successo. Nel 1858 gli viene offerto il ruolo di capobarman al Metropolitan Hotel di New York e pochi anni dopo raccoglie le ricette dei suoi cocktail in un libro che diventerà il primo della storia che codifica questo genere di drink.

Il Bitter — Lombardia Secrets

In Italia il rito dell’aperitivo si diffonde inizialmente soprattutto nelle regioni del Nord, in particolare a Torino dove nel 1786 Antonio Benedetto Carpano inventa il Vermouth. È lì che Gaspare Campari, nato nel 1828 a Cassolnovo, vicino a Pavia, si sposta nel 1842 per imparare l’arte dei liquori e distillati, la sua passione. Apre il Caffè dell’Amicizia a Novara, iniziando a sperimentare la produzione di liquori e dove pare, frutto di una ricetta ancora segreta, abbia creato il suo “bitter all’uso di Hollandia” che in seguito, visto il successo, è soprannominato il bitter del signor Campari, da cui il nome attuale. Nel 1862 si trasferisce a Milano dove apre, all’angolo della Galleria Vittorio Emanuele, il mitico Bar Campari.

Oggi il Campari è il Bitter più famoso e bevuto al mondo.

Il Bitter — Lombardia Secrets

Perché amarlo
Una delle più grandi icone di stile al mondo. A partire dalla meravigliosa bottiglia a cono rovesciata ideata nel 1932 da Fortunato Depero sino alle pubblicità che hanno fatto la storia della comunicazione, come quella con il leggendario Humphrey Bogart negli anni ‘70.

Dove assaggiarlo
Al Bar Basso di via Plinio a Milano dove nasce il Negroni Sbagliato, pare per errore del barman che aggiunge prosecco al vermouth rosso e bitter al posto del gin.

L’abbinamento must
Il Negroni, cocktail tutto italiano variante dell’Americano, altro drink creato a Milano. Composto da bitter Campari e vermouth rosso, pare sia nato da un’intuizione del Conte Camillo Negroni che, negli anni ’20 a Firenze al Caffè Casoni, avendo voglia di un drink più forte, chiese al suo barman di fiducia di sostituire la soda con il gin.

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