Casa Museo Lodovico Pogliaghi (VA)
A Varese, sul Sacro Monte, una “Wunderhaus” che tra finestre di alabastro, vasi Ming e sarcofagi egiziani è l’incredibile testamento creativo di uno dei più grandi artisti decoratori italiani, Lodovico Pogliaghi.
Un luogo che ogni amante del bello e interior designer del mondo dovrebbe visitare, per lasciarsi ispirare da contaminazioni tra culture, stili e lavorazioni che hanno dato vita a decorazioni e soluzioni d’arredo straordinarie, dove a ogni più piccolo dettaglio sono state dedicate ore e ore di lavoro manuale con l’intento di aspirare al divino.
La Casa Museo Lodovico Pogliaghi è, infatti, l’esempio quasi unico di una casa progettata e arredata nei minimi dettagli da uno dei più grandi decoratori al mondo giunta sino a noi praticamente intatta grazie al lascito, quando l’artista ancora in vita, alla Pinacoteca Ambrosiana che se ne è fatta custode.
Fundamenta mea in monctibus sanctis.
(frase che accoglie gli ospiti in Casa Pogliaghi)
Lodovico Pogliaghi nasce a Milano nel 1857, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, dove è allievo di Giuseppe Bertini, e sin da piccolo dimostra un incredibile gusto, capacità di veloce esecuzione manuale e dimestichezza con tutte le arti: scultura in primis, ma anche pittura, grafica, arte orafa e vetraria.
Dopo essersi distinto come illustratore, gli viene affidata la cattedra di ornato a Brera ed iniziano ad essergli commissionati lavori importanti, come la decorazione della cripta di Giuseppe Verdi a Milano, la porta di Santa Maria Maggiore a Roma e, la sua opera più famosa, l’enorme porta del Duomo di Milano. Sotto la direzione di Giuseppe Bertini, collabora all’allestimento del Museo Poldi Pezzoli e di Palazzo Turati a Milano.
Alla sua produzione artistica, affianca da subito una grande collezionistica. La sua passione per l’arte, le antichità e per gli oggetti inusuali, esotici e rari da cui prende ispirazione per i suoi lavori, lo porta a volere dar vita ad una dimora che li potesse contenere tutti.
Mentre Pogliaghi lavora al restauro di varie cappelle e del santuario del Sacro Monte di Varese, se ne innamora a tal punto che, a partire dal 1885, acquista una serie di terreni per intraprendere la costruzione della sua casa proprio lì, dedicandosi con grande dedizione al progetto per tutta la vita.
Donata nel 1937 alla Santa Sede, la Casa Museo è oggi un luogo davvero straordinario dove, addentrandosi di sala in sala, si avverte lo stesso stordimento che si prova nel tempio del Canova a Possagno o a Palazzo Grimani a Venezia. Siamo di fronte alla creazione di un uomo che non vedeva confini creativi, un visionario che merita di essere “riscoperto” ed assunto a genio anche dalle nuove generazioni.
Partendo dalla Sala Rossa, che prende il nome dai damaschi cremisi settecenteschi utilizzati come tappezzeria e caratterizzata da un grande vaso Ming che si erge su un sostegno in bronzo di gusto neo rococò opera di Pogliaghi stesso, si intravede la sala più famosa della casa: l’Esedra.
Progettata da Pogliaghi e ispirata al Pantheon di Roma, la sala ospita la statua in marmo di Dioniso-Apollo, risalente alla prima metà del II secolo d.C., acquistata a Roma nel 1893, e circondata da opere d’arte greca, romana, egizia ed etrusco-italica a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Da lì, si accede al suo Atelier dove è custodito il gesso in scala 1:1 della porta centrale del Duomo di Milano dedicata alla Vergine Maria. Le formelle, dopo aver subito il processo di fusione a cera persa da cui è nata l’opera finale in bronzo, sono state assemblate, rilavorate e in parte dipinte dall’artista per ottenere una personale riproduzione dell’opera.
A seguire, un’altra meraviglia: la Galleria Dorata dove è possibile ammirare la riproduzione in scala 1:4 in gesso, stucco dorato e specchi del fastoso soffitto eseguito da Pogliaghi per la sala da bagno di una reggia del terzultimo scià di Persia. Il sovrano aveva ricompensato l’artista donandogli alcune lastre di alabastro che Pogliaghi ha usato per creare una originale finestra che filtra una luce calda e diffusa in grado di regalare a questa sala un’atmosfera incantata.
Agli estremi della Galleria spiccano due fra gli oggetti più preziosi e inusuali della collezione: due sarcofagi egizi. Il più antico e meglio conservato, risalente alla XXV dinastia (747-656 a.C.), accoglieva la mummia di Tameramun, identificata come cantante nel tempio del dio Amon a Karnak. Il sarcofago maschile, realizzato nel corso della dinastia successiva (664-525 a.C.), è stato invece privato della sua policromia originaria lasciando a vista il legno di sicomoro.
Queste descritte sono solo una minima parte delle meraviglie custodite nella Casa Museo di Lodovico Pogliaghi, sicuramente uno dei luoghi più straordinari al mondo.
Il segreto
Intorno al 1948, la famosa industria di ceramica Richard Ginori commissionò a Pogliaghi una serie di vasi per il Museo di Doccia a Sesto Fiorentino, l’artista aveva già 91 anni e sarebbe mancato due anni dopo nel 1950.
Info utili
Casa Museo Pogliaghi
Ingresso dal Viale delle Cappelle
21100 Località Santa Maria del Monte, Varese
Tel. +39 328 8377206
Ingresso: 7 euro giorni feriali, 10 euro giorni festivi