
L'emozionante studio di Achille Castiglioni, in Piazza Castello a Milano, racconta la nascita del Design Made in Italy attraverso gli oggetti e le storie che hanno ispirato uno dei più grandi designer di tutti i tempi.
Se amate il design, la visita agli atelier dei grandi architetti e progettisti della sua epoca d’oro, il periodo che va dal Dopoguerra sino al Boom Economico degli anni ’60, è una meta davvero imprescindibile. Perché, se rimasti intatti, offrono la straordinaria opportunità di percepire la visione e ispirazione creativa del designer attraverso i suoi schizzi, i libri e le riviste che collezionava e gli oggetti di uso comune a cui si ispirava.
Tra tutti, quello di Achille Castiglioni, nato a Milano (1918-2002) e laureatosi in Architettura nel 1944, è la storia stessa del design italiano. Insieme ai fratelli Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968), il suo genio ha, infatti, contribuito a far nascere il fenomeno del design industriale negli anni ’40 e della conseguente mitizzazione del Made in Italy come sinonimo di alta ingegnerizzazione, qualità e stile mai subordinato alle mode effimere.


Se non siete curiosi, lasciate perdere.
(Achille Castiglioni, architetto e designer)
Per dare l’idea della sua legacy progettuale, basti citare che nella sua carriera vincerà ben 9 Compassi d’Oro, di cui uno d’Oro alla carriera, il prestigioso premio istituito dall’Associazione Design Industriale, 14 sono le sue opere presenti al MoMA di New York, e decine le sue creazioni immortalate in alcune tra le più famose opere letterarie e cinematografiche di tutti i tempi, come la lampada da tavolo Taccia protagonista di un fumetto di Diabolik e la Arco presente nei film Iron Man e Agente 007 – Una cascata di diamanti, solo per elencarne alcuni.
La visita al suo studio si articola attraverso 4 stanze accomunate da grandi librerie: a destra dell’entrata si trova l’archivio dove sono custoditi gli oggetti anonimi, che Achille Castiglioni amava raccogliere e utilizzare nelle sue lezioni al Politecnico di Torino, e la sala riunioni, mentre a sinistra si accede a quella un tempo occupata dai tavoli da disegno e dai tecnigrafi e a seguire allo studiolo riservato a prototipi e modellini.

Dai numerevoli progetti sparsi un po’ ovunque, si comprende chiaramente come lo scopo di Castiglioni fosse progettare non per la forma ma per la funzione, togliendo via via dal disegno (all’epoca tutto nasceva da schizzi fatti a mano) ciò che non era necessario al fine di creare oggetti dalla bellezza armonica ed essenziale pensati per migliorare la vita delle persone che li avrebbero usati.
Tra le più grandi fonti di ispirazione di Castiglioni troviamo, infatti, oggetti di uso comune che lo affascinavano e che utilizzava, sfruttando la loro funzionalità, per innovare ambiti diversi da quello per cui erano nati. Tra gli oggetti ancora in produzione, sono tantissimi gli esempi che si possono fare: come la lampada da terra Arco disegnata per Flos, concepita come versione per interni del classico lampione stradale, la prima capace di illuminare direttamente un tavolo senza un punto luce fissato al soffitto, oppure Lampadina, realizzata sempre per Flos, il cui avvolgi filo alla base è ispirato ad una bobina per pellicole cinematografiche. Oppure, tra le sedute, lo sgabello Mezzadro, realizzato con un sedile traforato da trattore, o Sella, nato da una sella di bicicletta, entrambi di Zanotta.


Curiosando qui e là, in particolare nel piccolo cabinet of curiosities collezionato dal designer, spuntano anche oggetti che Castiglioni amava per la loro forma, ma che non aveva ancora utilizzato per alcun progetto. Come la spazzola per pulire le canne fumarie (che vedete nelle foto nella libreria pensile) e che chissà, magari dopo una visita guidata allo studio, potranno ispirare proprio uno di voi.
E per i veri designer lover, a questo link potrete trovare immagini e storia di tutti gli oggetti by Castiglioni che sono ancora in produzione.