Dalla sua fonte d’ispirazione, il disegno dal vero, all’amore per il collezionismo, dalla sua musa Lina Cavalieri, la prima vera diva moderna della storia, agli indirizzi cult milanesi.
Vi siete mai chiesti cosa definisce un capolavoro? Sicuramente tale, abusato, sostantivo si può attribuire ad un’opera la cui originale valenza estetica rimanga invariata attraverso i secoli senza passare di moda, di mano immediatamente riconoscibile e frutto di un moto creativo incondizionato dell’anima. Perché, usando le parole dello stesso Fornasetti, “Un artista che vuole avere successo non è più un artista”.
E Piero Fornasetti, nato a Milano nel 1913, di capolavori ne ha prodotti sicuramente tanti, al punto da aver cambiato la storia del design mondiale.
Sin da bambino è mosso da una forte creatività che, unita a curiosità, totale dedizione estetica e una caparbia precisione, lo porta a sperimentare varie arti. Se, come racconta lui stesso, inizia a 10 anni a dipingere, la chiave del suo genio sta nella passione per il disegno. Basandosi sull’osservazione del vero e della natura, esso ci insegna, infatti, le regole del “bello”, in quanto forme e proporzioni perfette sono sempre dettate da una funzionalità pratica.
Nel ’32, proprio per approfondire l’arte del disegno, si iscrive all’Accademia di Brera, ma il suo spirito libero mal sopporta le imposizioni del periodo “puritano” dell’istituzione culturale che arriva a vietare le lezioni di disegno di nudo. Fornasetti, che lascia quindi Brera per iscriversi alla Scuola Superiore d’Arti Applicate all’Industria del Castello Sforzesco, dichiarerà, infatti, in seguito, che il segreto per essere un buon designer è andare a scuola di nudo, perché se si sa disegnare quello, da cui derivano tutte le regole, si può poi disegnare qualsiasi cosa, anche una macchina o un palazzo.
Iniziano anni intensi di sperimentazione di tecniche, forme, materiali. Fornasetti parte da un oggetto che lo colpisce – ne collezionerà migliaia – e, con il disegno, lo trasforma ponendolo attraverso la meravigliosa lente onirica dei suoi tanti viaggi, letture e avventure di vita.
Nei primi anni ’30 si appassiona alla litografia, tecnica, si sa, che esalta il tratto del disegno in modo particolare, e apre la Stamperia d’Arte Fornasetti che diventa un “salotto” per molti artisti coevi, da De Chirico a Fontana.
Nel 1933 sperimenta un’innovativa stampa su foulard di seta che gli vale l’attenzione di Gio Ponti con cui inizia un sodalizio lavorativo che servirà ad entrambi da continua e prolifica ispirazione. Insieme progetteranno davvero di tutto, senza limiti di fantasia, da case e luoghi pubblici (come il Casinò di Sanremo) a cabine per navi (come per il transatlantico Andrea Doria), da sale cinematografiche a, ovviamente, tantissimi mobili (come il celebre trumeau Architettura esposto alla Triennale del ’51) e oggetti di design.
Negli anni ’50 Fornasetti apre il suo atelier di design e arti decorative e nel 1952, leggendo una rivista dell’800, rimane colpito dal viso di (Natalina) Lina Cavalieri, leggendaria e bellissima cantante lirica che D’Annunzio celebrò nel 1906 come “La massima testimonianza di Venere in Terra”. Lina, una vita straordinaria, inventa il mito della celebrity moderna così come lo concepiamo oggi. Usa abiti, gioielli e acconciature audaci contraddistinte da una spontanea sensualità con cui incanta i teatri di mezzo mondo, padroneggia l’uso commerciale della sua immagine tanto da aprire anche un salone di bellezza, diventa una delle prime dive del cinema e non sbaglia un coup de théâtre anche nella vita privata. Colleziona svariati quanto roboranti matrimoni e liaison – dal principe russo al re del Kazan, dal famoso tenore al pilota automobilistico fratello di Mr Bitter Campari – lancia la moda dei toy boy, sarà arrestata e addirittura accusata di presunte attività di spionaggio a favore degli Alleati, sino ad una morte misteriosa e altrettanto teatrale, nel 1944, nella sua casa di Firenze colpita da una bomba aerea.
È lei che, per puro caso come risponde Fornasetti quando gli veniva richiesto il perché proprio Lina, diventa la protagonista della serie “Tema e Variazioni”, ad oggi la creazione più famosa di Fornasetti che gli ispira, partendo dal suo viso dalle proporzioni perfette, oltre 400 disegni “variazione”, dando vita a uno degli oggetti più iconici della storia del design.
Dopo la sua scomparsa nel 1988, oggi è l’eclettico figlio Barnaba a portare avanti la produzione e la legacy del padre.
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