Arte&Stile

La mostra The People I Like

Il testamento artistico di Giovanni Gastel

di Lavinia Colonna Preti
Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

Fino al 22 maggio 2022 alla Triennale di Milano, la mostra The People I Like consente di esplorare l'anima artistica di Giovanni Gastel, “poeta della fotografia e fotografo della poesia”, come egli stesso amava definirsi.

Giovanni Gastel è uno dei pochi fotografi ad aver, non solo attraversato, ma letteralmente creato il mondo dello fashion system così come lo conosciamo, dagli anni ’80 ad oggi, con sempre rinnovata spinta creativa e una cifra stilistica unica e riconoscibile.

Nato a Milano nel 1955, da Ida Pace Visconti di Modrone, sorella di Luchino Visconti, e Giuseppe Gastel, da ragazzo inizia a sperimentare varie forme artistiche, in primis la poesia, e si appassiona alla macchina fotografica “un po’ come tutti i fotografi, con i viaggi”, come scriverà più tardi. Nel 1977 apre il suo studio, inizialmente specializzandosi in still life, e la prima grande occasione gli viene offerta grazie a Christie’s per cui inizia a scattare dimore private ed oggetti preziosi che poi vengono battuti all’asta.

Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets
Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

Se potessi raccontarvi una storia, vi racconterei di un bambino malinconico che dalle sponde di un lago ha visto la bellezza venirlo a cercare. (…) Lui l’ha seguita e lei l’ha difeso dalla durezza del vivere. Non ha vissuto felice e contento. Ma ha vissuto con grande intensità quel viaggio sublime che chiamiamo vita.

(Giovanni Gastel)

Nel 1981 incontra la sua prima agente Carla Ghiglieri che lo avvicina al mondo del reportage di moda. È lei che gli procura il celebre appuntamento da Vogue Italia: mentre è in sala d’attesa per vedere il direttore della rivista, Flavio Lucchini, Gastel assiste, infatti, ad un diverbio tra lui e Oliviero Toscani, allora uno dei principali fotografi della testata, che se ne va sbattendo la porta e urlando a Lucchini che si sarebbe trovato in grossi guai senza di lui.

Celebre la replica di Lucchini: “Come farò senza di te? Prendo il primo stronzo che passa” e quello era proprio Gastel che aspettava fuori dalla porta. Così, agli inizi degli anni ’80 a soli 25 anni, inizia a lavorare per il mitico Vogue, dando il via così alla sua veloce ed incessante ascesa.

Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

Nel 1997, la consacrazione: la Triennale gli dedica una grande mostra personale curata dal suo amico Germano Celant, proiettandolo nell’Olimpo indiscusso dei mostri sacri della fotografia mondiale, da Giampaolo Barbieri a Ferdinando Scianna, da Helmut Newton a Richard Avedon.

E proprio la Triennale di Milano omaggia oggi il grande genio creativo di Gastel con una mostra che in un certo senso si può considerare il suo testamento artistico, ultima ideata in vita dal maestro improvvisamente venuto a mancare il 13 marzo del 2021.

Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

La mostra The People I Like, a cura di Uberto Frigerio con allestimento di Lissoni Associati, presenta oltre 200 ritratti, testimonianza dell’immensa varietà d’incontri illustri che ha caratterizzato la lunga carriera di Gastel, da lui scelti tra le “anime” che più ha amato e lo hanno ispirato del mondo della cultura, del design, dell’arte, della moda, della musica, dello spettacolo, della politica.

Se per Gastel “la creazione è un tentativo di ridisegnare il mondo”, attraverso i suoi ritratti si legge la sua personale visione della vita, fatta di anime colte e gentili, di bellezza ed eleganza, ove ribellione e ombre son concesse solo a chi le usa per migliorare le cose o ispirare altri.

Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets
Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

Il segreto dei suoi ritratti? “Nelle mie foto la luce non deve poggiarsi sulle persone ma uscire attraverso esse dal di dentro” diceva il maestro, quasi a cercar di far trapelare la loro anima. Così, faceva nel suo studio di Via Tortona (nelle foto), ritraendo con pochi scatti veloci i protagonisti della sua arte, “amici” che poi faceva aspettare nella sua libreria salotto, tra un flûte di champagne e l’altro, per poi rispuntare sorridente con il ritratto terminato in mano. Bastavano poche decine di minuti per fissare un volto per l’eternità e renderlo dannatamente bello, come solo lui sapeva fare.

“Dico sempre alla persona che sto per fotografare una frase che spiega come intendo il ritratto: “io non sono uno specchio, io sono un filtro. Il ritratto che io farò di te sei tu, filtrato da quello che sono io (le mie paure, le mie gioie, le mie solitudini, le mie poesie); uscirai sotto forma di interpretazione di te. Io do la mia lettura che non è la lettura assoluta. Io filtro attraverso tutto quello che ho letto, visto, studiato e ti restituisco… “.

Come ci manchi.

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Mostra The People I Like

Giovanni Gastel e la mostra The People I Like — Lombardia Secrets

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