Alla scoperta dell’ex complesso industriale ristrutturato da Rem Koolhaas e dell’antica tecnica che trasforma l’oro in lamine trasparenti dai molteplici utilizzi.
Impegnata sin dal 1993 nella promozione dell’arte contemporanea, la Fondazione Prada ha inaugurato nel 2015 la sua nuova sede milanese situata in Largo Isarco, a sud di Milano: oltre 19.000 metri quadrati ricavati negli spazi che ospitavano la storica SIS – Società Italiana Spiriti dove si produceva anche il celebre brandy Cavallino Rosso.
Il progetto architettonico, opera dello studio di architettura OMA, a cui ha fatto capo l’archi-star Rem Koolhaas, ha compreso il restauro di strutture preesistenti, oltre che la costruzione di tre nuovi edifici, il Podium, il Cinema e la Torre, quest’ultima completata nel 2018.
Oggi il complesso ospita, oltre agli spazi espositivi e uffici, un cinema, un archivio, una biblioteca, il Bar Luce, progettato dal regista inglese Wes Anderson e ispirato ai caffè milanesi degli anni ’50, un bar e un ristorante ospitati nella Torre.
Simbolo della Fondazione è senza dubbio la Haunted House (“casa degli spiriti” tradotto dall’inglese), famosa per essere completamente ricoperta di 200.000 foglie d’oro a 24 carati che creano uno straordinario impatto scenografico a contrasto con le altre superfici di cemento, vetro e alluminio.
Il rivestimento è opera della Giusto Manetti Battiloro, storica azienda fiorentina le cui origini risalgono al lontano 1600.
Quella della lavorazione a foglia d’oro è una delle arti più antiche ed anche una delle più affascinanti proprio perchè legata al metallo più desiderato al mondo: l’oro. Simbolo di immortalità (perché non si corrode), potere e ricchezza sin dagli albori della civiltà umana, tutt’oggi costituisce e ricopre i più importanti monumenti della nostra cultura.
Basti citare alcune delle referenze dalla Giusto Manetti che negli anni si è occupata della creazione o restauro di alcuni degli edifici più importanti al mondo: dalla cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze alla Cupola della Roccia a Gerusalemme, dal Teatro Bol’šoj di Mosca alla Fenice di Venezia, dalla Galleria degli Specchi della Reggia di Versailles a Buckingham Palace, dall’Amerigo Vespucci, la nave più bella del mondo, all’Orient Express, il treno più bello del mondo.
Le applicazioni della lamina a foglia d’oro si estendono anche alla moda, al food e al beauty. Come non ricordare i magnifici abiti in foglia oro 24 kt della sfilata Alta Moda di Dolce & Gabbana presentato a Villa Bardini a Firenze nel settembre 2020? O il celebre “Risotto, zafferano e oro” creato da Gualtiero Marchesi, divenuto uno dei piatti più iconici della cucina mondiale?
Il processo di produzione delle lamine d’oro è affascinante quanto articolato, tanto da richiedere 5 fasi di lavorazione e oltre 10 di lavoro. Si inizia con la fusione durante la quale l’oro puro, che è un metallo molto morbido, viene fuso con il rame, l’argento e altri metalli per dargli maggiore durezza e consistenza. I carati sono, infatti, l’unità di misura che definisce la purezza della lega aurea: 24 kt significa pertanto oro puro al 99,99%. La seconda fase prevede la laminazione, un processo che si articola in due step: la sbozzatura dove il lingotto passa tra i cilindri laminatoi, diventando un nastro di alcuni decimi di millimetro, e la laminazione di finitura ove lo spessore viene ulteriormente ridotto grazie a più cicli di laminazione a freddo alternati a cicli di ricottura.
Si procede quindi con la battitura ove i piccoli quadretti di oro vengono sottoposti a magli meccanici fino ad ottenere fogli di pochi decimi di micron. Tutt’oggi la rifinitura avviene a mano, tramite l’uso di speciali martelli, per stirare le lamine rendendone la superficie completamente liscia. Da qui si procede al taglio e al confezionamento.
Affascinati da quest’arte orafa? È possibile visitare il laboratorio dell’ultimo artigiano che realizza questo processo interamente a mano. Si chiama Mario Berta Battiloro e il suo atelier delle meraviglie si trova a Venezia in quella che era la casa del grande pittore Tiziano. Una scusa per un weekend nella città lagunare e per visitare anche la sede veneziana della Fondazione Prada a Prada situata a Ca’ Corner della Regina, palazzo settecentesco affacciato sul Canal Grande.
Info utili
Fondazione Prada
Largo Isarco 2
20139 Milano
Tel. +39 02 56662611
Mario Berta Battiloro
Cannaregio 5182
30121 Venezia