Una sera al ristorante dell'Armani Hotel di Milano, un viaggio nel gusto del Signor Armani, che ha personalmente disegnato ogni elemento della struttura, consacrandola, come tutto ciò che fa parte del suo ideale estetico, icona di raffinatezza, eleganza e perfezione del dettaglio.
E’ il primo dicembre e il taxi si ferma in via Manzoni 31. E’ una coda lunghissima quella che si è formata a pochi metri dall’entrata principale dell’Armani Hotel. I passanti si avvicinano incuriositi, mentre la folla in fila composta mormora emozionata: “Il signor Armani sta firmando le copie del suo libro”.
“Per Amore”, così si intitola la raccolta di memorie edita da Rizzoli che, uscita da una settimana nelle librerie, è già un best-seller. Due parole che meglio non potrebbero descrivere il rapporto dello stilista con Milano, la città dove si trasferisce nel 1949 da Piacenza con la famiglia e in cui si sente capito e accolto sin da subito.
Una lunga storia d’amore, ricambiata, che vede nel triangolo d’oro della creatività di Giorgio Armani, quello tra la sua dimora e quartier generale in via Borgonuovo, l’Armani Hotel di via Manzoni, e il murale di via Broletto, la massima espressione del suo genio che è sempre riuscito ad anticipare i tempi senza mai venir meno al rigore ed allo stile che lo contraddistinguono.
Raffinato esteta, visionario, coraggioso imprenditore e grande comunicatore. Solo lui ha saputo creare un lifestyle brand con cui, oggi, si identifica una città intera. Non solo nel suo codice stilistico, ma anche o soprattutto nei valori che è in grado di trasmettere.
Ci è riuscito negli anni ’80 quando a Milano insieme ad un gruppo di colleghi guidati da Beppe Modenese, storico presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha creato il mito del Made in Italy, o, più recentemente, quando ha dedicato il “suo” muro di via Broletto ai suoi concittadini per infondere coraggio scrivendo “Io ci sono per Milano, con i Milanesi con sentimento” in occasione del Natale 2020 segnato dalla pandemia.
Ci è riuscito anche con il suo Hotel, il secondo dopo quello di Dubai, aperto nel 2011 e divenuto, a tutti gli effetti, ambasciatore dello stile di vita Armani, qui esteso anche al settore del food&drink entertainment.
Giorgio Armani ha, infatti, contribuito con il suo tocco personale alla progettazione dell’hotel e tutti gli arredi, che si ispirano alle collezioni Armani/Casa, sono stati realizzati appositamente per la struttura. Così, salendo al settimo piano (rigorosamente al tramonto) all’Armani/Bamboo Bar, dove la serata inizia con un cocktail, ci si svela innanzi una maestosa sala con soffitto a doppia altezza, elementi in onice retro illuminati e immense vetrate dotate di louvres (elemento distintivo del brand sin dalla locandina di American Gigolò, film con un Richard Gere splendidamente vestito Armani) da cui si può ammirare una meravigliosa vista sui simboli di Milano, in primis il Duomo con la sua Madonnina.
Dopo l’aperitivo, ci si sposta in una delle due piccole sale del ristorante (al settimo piano da non confondere con Nobu o Emporio Armani Ristorante & Caffè nello stesso edificio) da poco rinnovate e rese ancora più romantiche grazie ad eleganti separé con decori in bamboo, ove l’Executive Chef Francesco Mascheroni firma piatti in cui gusto e profumi accompagnano in un viaggio attraverso l’Italia, ed in particolare i luoghi cari al signor Armani, da Pantelleria a Roma, con incursioni orientali.
E’ qui, al settimo cielo del settimo piano dell’Armani Hotel, che si può capire qualcosa in più del successo del Signor Armani, come lo chiamano tutti i suoi collaboratori. Perché mentre noi ci sentiamo “arrivati” e meravigliosamente coccolati al Ristorante, lui è ancora lì, a firmare le copie del suo libro, per non scontentare nessun lettore, ancora una volta un esempio di eleganza, rigore, sacrificio e di essere quel genio perbene che lo rende davvero unico.
Il segreto
Con il film American Gigolò, in cui il bellissimo appartamento di Julian Kay ricorda la palette colori cara a Giorgio Armani con le ammiccanti “louvres” in controluce (tapparelle), è stata la prima pellicola completamente “vestita” da uno stilista italiano. Un successo che ha dato poi il via ad un vero fenomeno hollywoodiano, quello del product placement di outfit e accessori moda nelle produzioni dei grandi attori.
Info utili
Armani Hotel
Via Alessandro Manzoni 31
20121 Milano
Tel. +39 02 88838888
Menù degustazione: da 140 euro, con abbinamento vini 115 euro
2 piatti a scelta escluso dessert: 95 euro
3 piatti a scelta escluso dessert: 125 euro